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alesefederica

Tolleranza alla frustrazione

Durante queste vacanze di Pasqua mi sono imbattuta in diversi video di genitori che pesavano le Uova Kinder, o di altre marche, per trovare la sorpresa richiesta dai figli (un uovo più pesante poteva equivalere al regalo cercato).

Ricordo bene mia nonna che, al market sotto casa, mi faceva scegliere l'ovetto Kinder, in mezzo a tanti, tantissimi ovetti; ricordo la gioia quando la sorpresa era proprio il peluche o il gioco desiderato; il dispiacere quando scoprivo che non era quello che cercavo, o se trovavo un doppione, e lo sguardo dei miei nonni che mi diceva: "Può capitare, fa parte del gioco, va bene uguale".

Quello che non ricordo è la frustrazione, dolorosa e lancinante che vedo nei bambini "di oggi". Siamo passati dal nulla, dalla deprivazione degli anni 40-50, in cui i bambini dovevano adattarsi nell'inventare e "costruire giochi" (es: campana, nascondino, ecc), al totale benessere e consumismo che è cresciuto (e continua a crescere) dagli anni 60 fino al picco, probabilmente, degli anni 90-2000.

Il bambino non è più abituato alla frustrazione, all'attesa, alla delusione; sa che prima o poi riceverà il gioco che vuole, anche quando ciò riguarda una semplice "botta di fortuna", come può essere per le Uova di Pasqua o per le figurine o carte Pokemon.

Le famiglie e i genitori non sono più, simbolicamente, dei contenitori sicuri; sono fragili, con delle crepe, delle spaccature, e non riescono ad accogliere la frustrazione e le emozioni "negative" dei figli, per questo fanno di tutto per evitarle, acquistando ciò che è possibile, in tutti i modo possibili.

La mancanza di tolleranza alla frustrazione rende i bambini, anch'essi, fragili, rigidi, immaturi, non in grado di scontrarsi con gli eventi della vita adulta.

La prima prova di questa dinamica familiare la troviamo nell'ambiente scolastico, in cui un voto "brutto" può essere devastante, giudicante, distruttivo per il ragazzo e per la famiglia stessa.

Non viene insegnato, né a scuola tantomeno in famiglia, il fallimento. E' possibile sbagliare, è possibile essere sfortunati, è possibile vivere un periodo più difficile che ci mette di fronte a delle scelte, a delle sensazioni poco piacevoli.

Nonostante questo si può vivere uguale!

Si può intervenire dove possibile e lasciare andare quando non abbiamo potere, quando ciò che sta accadendo è lontano dalla nostra volontà.

Insegnando il principio del fallimento e la tolleranza alla frustrazione possiamo crescere adulti più consapevoli, più sereni anche rispetto a temi importanti come la malattia e la morte.

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