Perché l'educazione affettiva e sessuale è così importante?
- alesefederica
- 24 ore fa
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Perché l’educazione affettiva e sessuale è così importante?
Perché non è possibile delegarla alla famiglia?
Semplice. Perché i genitori fanno i genitori, non sono psicologi, né ginecologi. E anche se lo fossero, non sono gli psicologi dei loro figli, sono genitori.
Come non deleghiamo la salute fisica ai genitori, ma a pediatri, medici, neuropsichiatri infantili, ecc, non vedo perché dovremmo delegare la salute psicofisica ai genitori che non hanno competenze in quel settore e, ripeto, non svolgono quel ruolo con i loro figli.
Ma il problema non è questo, il problema è la paura e l’ignoranza.
Il problema è il pensiero psicotico dell’indottrinamento. Qui si parla di deriva psicotica, di disturbi del pensiero (come ha detto qualche tempo fa in una storia la Dott.ssa Andreoli, identificandoli come il disturbo del nuovo millennio), di aspetti deliranti e fobici.
Non c’è obiettività, non c’è pensiero logico, ma solo paura.
Come mai si ha paura che professionisti del settore possano indottrinare bambini a diventare omosessuali e trans e non si ha paura che l’ora di religione possa indottrinare al cattolicesimo?
Perché, risponderebbe qualcuno, il cattolicesimo va bene. E secondo chi? L’Italia è un paese laico, dovrebbe andare bene qualsiasi religione e spiritualità. Ma come potete vedere non è così.
Perché la paura non è razionale, la paura non è giusta e corretta, obiettiva, la paura ti porta dove tu pensi di essere sicuro. E crea ambivalenza, come quella appena descritta: puoi essere indottrinato al cattolicesimo perché io sono cattolico, quindi in quel caso essere indottrinati va bene, per le altre cose no.
Quello che propone la psicologia non è l’indottrinamento. È la libertà.
Ma per essere liberi bisogna essere coraggiosi, bisogna aprire la mente e scoprire che va bene essere diversi, va bene che l’altra persona è musulmana o cristiana ortodossa, buddista, atea; come va bene che l’altro può essere eterosessuale e tu no.
Quello che propone, in questo caso, la politica, è essere tutti uguale. Identici.
E chi decide che quel modo va bene?
Non mi dite la natura, perché sapete bene che in natura esistono tantissime specie omosessuali, bigame, monogame, poliamorose, ecc, ecc.
Non mi dite la nostra tradizione, perché tutti noi veniamo da una cultura che cambia di continuo.
Non mi dite la chiesa, perché prima eravamo pagani, con tanto di dei e templi.
Non mi dite la normalità, perché la normalità non è un concetto che esiste, o meglio può esistere in base a qualcosa deciso in anticipo.
E quindi torniamo alla domanda, chi lo decide?
Tutto viene citato tranne la scienza. L’unica che ha studi, basi scientifiche, statistiche. E tutti gli scienziati, psicologi, pedagogisti, neuropsichiatri infantili, psichiatri, medici, vi stanno dicendo che l’educazione affettiva e sessuale serve, è necessaria.
Perché purtroppo la popolazione italiana è piena di persone che non sanno stare in una relazione. La dipendenza affettiva è aumentata nettamente; l’idea di possessione dell’altro è alla base di molte relazioni adolescenziali e non; la sessualità è rappresentata dal porno, a cui i ragazzi riescono ad accedere con una facilità disarmante, visto che possiedono telefoni già dai 6 anni, senza controllo; i giovani non sanno riconoscere cos’è una molestia, cos’è un abuso sessuale, e crescendo arrivano in terapia a dover affrontare un dolore enorme che li vede vittime dell’ignoranza e della poca presenza dei genitori. Giovani adulti che “amano” i genitori, che morirebbero per loro, e non riescono ad amare in una relazione alla pari; mamme e papà che “amano” i figli come se fossero i loro compagni, tra baci in bocca e gelosie inquietanti; uomini “sposati” con la loro madre e “donne” con il loro padre, che creano relazioni senza confini, senza progetto, senza futuro. Tradimenti all’interno delle coppie effettuati come ripicche, con totale incapacità di comprendere il reale bisogno che spinge l’altro ad agire invece che a comunicare con la persona che si ha a fianco. Uomini che sono convinti di non c’entrare nulla con la gravidanza, che diventano padri quando il bambino ha già 2-3 anni, quando finalmente può giocare a calcio; donne che si accollano tutto il peso del mondo perché “gli uomini sono fatti così, non capiscono, sono diversi da noi”, continuando a giustificare il nulla. Divorzi distruttivi con figli coinvolti, manipolati, triangolati, calpestati, solo per il bisogno di far del male al partner “brutto e cattivo”; matrimoni infelici e infedeli che durano anni e anni e anni pur di non accettare il fallimento, pur di non doverlo dire in giro, pur di non provare quella vergogna che esiste solo dentro di noi. Svincoli mai effettuati, persone che rimangono “sposate” con la propria famiglia di origine, incapaci di essere adulti. Famiglie di origine che si intromettono nelle relazioni dei figli per paura del vuoto, per paura di ritrovarsi di fronte ai loro di sbagli, ai loro cambiamenti, alle loro difficoltà.
Questo e tanto altro è quello che io e miei colleghi vediamo tutti i giorni nella stanza di terapia.
Come possiamo delegare la conoscenza di sé, dei propri meccanismi affettivi, del proprio corpo, ai genitori?
Come possiamo delegare tutto questo alla famiglia se la famiglia stessa è disfunzionale, effimera, inesistente, non autentica, problematica e soprattutto non preparata, ma fobica?
Contro la patologia, contro la psicosi, contro la paura, può solo l’informazione, la conoscenza, la cultura.
Questo è quello che continuerò a fare e che so faranno tutti i miei colleghi.
“La saggezza è saper stare con la differenza senza voler eliminare la differenza.”
Gregory Bateson.
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