Quando il terapeuta va in ferie
- alesefederica
- 3 ago
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Le ferie del terapeuta sono sempre un momento oscuro e incerto che il paziente si trova ad affrontare; o meglio, molte persone, troppe, la vivono in questo modo.
Quando si inizia un percorso di psicoterapia, c'è, a volte, l'idea illusoria che il terapeuta sia una sorta di santone che, con qualche magia strana, risolva tutti i problemi in un batter d'occhio.
Beh, così non è! E per fortuna!
Se fosse così vorrebbe dire che non abbiamo potere e controllo su di noi, sui nostri pensieri, sule nostre azioni. Saremmo semplicemente vittime passive del destino. Ma soprattutto vorrebbe dire che noi terapeuti saremmo stregoni o abili manipolatori.
Il percorso terapeutico è un viaggio in cui il terapeuta accompagna la persona nei meandri più o meno oscuri della mente, del passato, del presente e del futuro, aiutandola a trovare i giusti attrezzi da mettere nel proprio zaino. A volte questi attrezzi la persona ce li ha già, ma non sa usarli, a volte è necessario aggiustare qualche strumento rotto, altre bisogna fermarsi a costruirli e, se capita nel percorso Leroy Merlin, anche comprarli! :)
Immaginando la terapia in questo modo, le ferie del terapeuta o del paziente, prendono tutta un'altra piega. E' normale provare un po' d'ansia, soprattutto le prima volte o in momenti particolari del percorso, ma presto si scopre che è solo una grande occasione per mettersi in gioco e vedere a che punto si è arrivati, come ci sentiamo a camminare qualche chilometri da soli. Si comprende che si vive senza terapia, che non c'è dipendenza e che il miglior terapeuta per te stesso sei proprio tu. Il professionista è una guida, un supporto, ma il lavoro lo fa il paziente.
Quindi, approfittiamo di questo mese di agosto per sperimentarci, anche con emozioni e situazioni più complesse; è molto probabile che scopriremo qualcosa in più su di noi e nel 99% dei casi, il 1 settembre, sapremo di avercela fatta.
Buon riposo a tutti voi <3
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