Vi è mai capitato di sentirvi tirati dentro un cerchio da una forza potentissima? Come quando vi obbligano a fare il trenino durante il Capodanno: venite strattonati, tirati da tante braccia, qualcuno vi spinge da dietro costringendovi a fare parte di un evento, di un contesto. Se resistete siete antipatici, non vi sapete divertire, "ma che sei venuto a fare?"; gli altri si offendono, ci rimangono male e i sensi di colpa diventano i vostri compagni per tutta la serata.
Se provate a dire qualcosa di diverso siete strani, un po' snob e ve la tirate pure!
Ecco...questo è l'esempio simbolico di un sistema psicotico.
Possiamo incontrarlo in gruppi più o meno numerosi: la famiglia, il lavoro, i gruppi estremisti, i partiti politici, le sette, ecc.
Bowen fu il primo a parlare di massa indifferenziata dell'Io, un "grumo" di materiale umano appiccicato e intrecciato. Nei sistemi psicotici non ci sono ruoli, non ci sono gerarchie, tutti sono interscambiabili, perché fortemente indifferenziati.
Non c'è possibilità di valorizzare la sfumature che ci rendono unici e particolari, non c'è modo di pensarla diversamente.
Le conseguenze di questi sistemi sono spesso la chiusura con l'ambiente esterno e lo sviluppo di sintomi psicotici. Il paziente schizofrenico "impazzisce" perché non è in grado di risolvere il doppio legame, tipico della comunicazione psicotica; "secondo Bateson, un doppio legame è un dilemma comunicativo causato della contraddizione tra due o più messaggi. In questo modo, alla fine, non importa cosa viene fatto perché ogni scelta è un errore."
"L'esempio classico è quello di una madre che esprime verbalmente al figlio il suo amore per lui e contemporaneamente manifesta segnali non verbali di rifiuto (si volta indietro con disgusto, o infligge punizioni corporali come disciplina). In questo modo il bambino si trova immerso in una contraddizione che coinvolge affetto e rifiuto."
Il doppio legame si sposa ovviamente benissimo con la comunicazione paradossale; "Devi essere spontaneo": se sono spontaneo, sto seguendo il tuo consiglio e quindi non sono spontaneo, se non lo sono non sto seguendo il tuo consiglio. In qualsiasi modo c'è un errore.
Chiaramente né il doppio legame né la comunicazione paradossale portano alla patologia in modo diretto, ma se questa esperienza viene reiterata in una relazione significativa, soprattutto durante l'infanzia, è molto probabile che diventi la causa di un forte malessere.
Nei sistemi psicotici, oltretutto, vige il "non-detto": tutti sanno, ma l'informazione non può essere espressa chiaramente, perché altrimenti si rischia di "ferire" il sistema che si chiuderà ancora di più. Gli attacchi che possono essere rivolti a questo sistema tornano indietro tipo muro di gomma; spesso accade nelle terapie familiari di affrontare temi decisamente importanti, significativi e vedersi rimbalzare addosso un'emotività che non riesce a superare le difese del sistema. Mentre all'interno troviamo un'assenza di confini, al perimetro è presente un muro di cinta altissimo e gommoso, intaccabile.
Ma è davvero possibile trovare un sistema così grave e patologico anche nel mondo del lavoro?
Assolutamente si. Soprattutto in piccole realtà.
Molte volte i pazienti arrivano in terapia chiedendo un aiuto per uscire da un ambiente lavorativo definito da loro "tossico". La differenza con la famiglia psicotica esiste, proprio perché l'ambito lavorativo non è il contesto in cui siamo cresciuti, quindi manchevole di un parte affettiva ed emotiva come quella familiare (anche se, a lungo andare, può arrivarci molto vicino).
Ma perché alcune persone, più di altre, sono attratte da questi gruppi, tanto da non riuscire più ad essere obiettivi e, a volte, rischiando di diventare vittime di abusi o autori di reato (vedi Famiglia Manson)?
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo porcene un'altra: quale parte irrisolta c'è dentro di te che ha bisogno di nutrimento in modo così violento, tanto da accettare di perdere le parti più sane?
Il ricatto emotivo che mette in atto il sistema psicotico è molto simile a quello che accade tra Dorian Gray e il diavolo, nel libro di Oscar Wilde: pur di mantenere la mia bellezza e la mia gioventù, ti vendo l'anima. Pur di nutrire, di provare a guarire una parte ferita di me, ti do tutta me stessa e tu puoi farne ciò che vuoi (controllo). Questo ricatto fa sì che diventi impossibile per la persona uscire dal sistema psicotico, perché la parte ferita viene curata in modo illusorio, quindi la persona continua ad aver bisogno di quel sistema e non è possibile andarsene perché si è firmato un "contratto", un patto di sangue.
Uscirne da soli è davvero complesso se non si hanno i giusti strumenti e soprattutto se non si riesce a vedere quella parte ferita, fragile, in difficoltà.
La terapia può aiutarci a prendercene cura in modo sano: senza ricatti, senza patti, senza sensi di colpa.
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