Un concetto base della terapia sistemico-relazionale, che indaghiamo spesso durante le sedute, è quello di mandato familiare. Cosa si intende con questo termine?
Aspettative che vengono tramandate come obblighi dalle generazioni precedenti a quelle successive.
Per spiegare meglio questo concetto possiamo utilizzare una famiglia che conosciamo tutti molto bene, la famiglia reale inglese. Le monarchie si basano su centinaia di anni di storia e tradizione, sono quindi molto radicate, ferme, quasi impossibili da smussare. Le regole sono ferree perché, come impalcature, devono reggere la costruzione di questa idea, cioè della monarchia. Più le cose sono flessibili più è possibile cambiarle, modificarle, e questo non poteva essere accettato nei secoli passati, e forse neanche ora.
Quali sono quindi queste aspettative che vengono tramandate? Ad esempio la regola secondo cui è il primogenito a diventare Re. Non è possibile pensarsi altro; Carlo, William e tanti prima di loro non hanno potuto scegliere cosa diventare: avvocato, medico, postino, insegnante, psicologo, netturbino, giornalista, commesso, ecc.
La volontà viene meno, perché la tradizione familiare vince sull'individualità del singolo. La scelta del partner diventa affare della Corona, ovvero della famiglia; anni e anni fa la donna, scelta come consorte, doveva avere delle origini nobiliari e doveva essere vergine, non poteva essere divorziata, perché l'essere donna , moglie, era meno importante di essere Regina. Stessa cosa accadeva per l'uomo, ma con meno vincoli.
L'amore, questo sconosciuto, nasceva e cresceva con il tempo; in alcuni casi non accadeva mai, il matrimonio era solo un accordo tra Stati, a favore della famiglia che aveva la sua più grande lealtà verso la Corona.
L'individualità e la differenziazione che sono i principi base per la creazione dell'individuo non venivano assolutamente considerati, anche nelle scelte più banali: non ci si può vestire come si vuole, ci sono dei protocolli da seguire anche nei momenti più intimi della coppia. Ad esempio, alla nascita di ogni figlio abbiamo visto Kate Middleton apparire in pubblico, ben vestita per presentare il futuro Re e i suoi fratelli. La stanchezza di una donna che ha appena partorito, le emozioni contrastanti, la fatica, il dolore, vengono totalmente annullati e disconfermati di fronte alla necessità della Famiglia.
Questo accade in maniera meno evidente anche nelle nostre famiglie. Quante volte abbiamo sentito genitori che indirizzano i figli, fin da piccoli, verso un determinato lavoro, il loro solitamente, per mantenere l'azienda di famiglia, o la discendenza lavorativa. Non sempre viene imposto palesemente, ma sottilmente si insinua nei figli il pensiero che il loro destino deve essere quello, perché facendo un'altra cosa farebbero un torto ai loro genitori.
Adeguarsi, ribellarsi, bloccarsi. Queste le scelte poco funzionali che spesso incontriamo nei giovani adulti.
Adeguarsi vuol dire accettare il mandato familiare, mettere da parte la propria individualità, in cambio del riconoscimento e l'affetto dei propri genitori. Per essere amati bisogna essere qualcuno che non si è. Questo conflitto interno dilania, ferisce, portando in superficie diverse problematiche.
Ribellarsi vuol dire provare in tutti i modi ad essere accettato e amato per la propria individualità, per quel che si è; la ribellione è estrema, estenuante, infinita, e spesso si rischia di non vedere altro per tutta la vita, si rischia di rimanere bloccati in quella ricerca di amore.
Bloccarsi vuol dire rimanere fermi all'interno di un tempo proprio, in cui nulla si muove.
Nella terapia sistemico-relazionale si cerca di sciogliere questi nodi a favore un clima sereno, nel quale ognuno può inseguire la propria essenza, qualsiasi essa sia; nel quale l'amore e l'affetto possano circolare liberamente, senza vincoli.
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