In questi anni molti genitori si sono rivolti a noi per la diagnosi di DSA, riportando diverse problematiche scolastiche dei figli: difficoltà nella lettura, ritardo nell'acquisizione delle principali regole matematiche, difficoltà di calcolo, e tanto altro. Ma ha senso fare una diagnosi dopo due anni di pandemia in cui i bambini sono stati per lo più a casa? Due anni in cui il loro apprendimento è avvenuto tramite lo schermo di un computer? Probabilmente no. L'apprendimento non pone le sue basi solo sull'aspetto cognitivo e di conoscenza, ma anche, e soprattutto, sulla relazione. Relazione con l'insegnante e con i compagni. Per questo crediamo sia importante aiutare i bambini in un altro modo; ad esempio, valutando le loro abilità e il loro sviluppo all'interno di un doposcuola. In questo modo saremo in grado di comprendere al meglio le difficoltà che abbiamo di fronte, senza sottoporre, per forza, il bambino allo stress dei test e della diagnosi. Quando verrà ritenuto necessario, al contrario, opteremo per una valutazione completa. E' importante ricordare che i Disturbi Specifici dell'Apprendimento hanno una base neurobiologica, quindi non posso essere la conseguenza di un mancato apprendimento. Troppo spesso viene fatta confusione; appena emerge una difficoltà scolastica si pensa immediatamente ad un DSA, escludendo tutte le altre problematiche: emotive, relazionali, sociali, familiari. La maggior parte delle volte queste "cadute" si rivolvono con l'utilizzo del metodo metacognitivo, che insegna al bambino a conoscere le sue abilità, i suoi punti di forza e di debolezza, le sue emozioni, il suo funzionamento, e permette l'utilizzo di un metodo di studio personalizzato e creato appositamente per lui/lei. Nel doposcuola viene utilizzata un didattica inclusiva, che usa una modalità diversa da quella frontale, puntando il focus sul gruppo, sulle relazioni e sulle emozioni. Si impara giocando, si impara insegnandosi a vicenda, si impara ascoltando sé stessi. In questi anni duri per i nostri bambini e ragazzi dobbiamo utilizzare la diagnosi "con le pinze", per evitare di patologizzare l'interno sistema scolastico.
alesefederica
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