Il quinto libro riprende il tema dell'adolescenza, che si fa ancora più intensa, toccando il conflitto tra adulti e ragazzi.
Voldemort è tornato, la guerra è iniziata, e bisogna combattere. Coloro che cercano di sconfiggere il Signore Oscuro si riuniscono nell'Ordine della Fenice, come successe anni e anni prima; questa volta però ci sono anche i ragazzi adolescenti, proprio come in una famiglia.
Nelle varie scene notiamo come alcuni adulti provino a mettere dei confini chiari e netti, mentre altri cerchino di coinvolgerli in "cose" che non li riguardano.
L'adolescenza è un periodo di forte cambiamento, fisico, emotivo, sessuale; i ragazzi iniziano una transizione che li porterà ad essere dei giovani adulti. In questo momento sono una via di mezzo: non sono bambini ma neanche adulti. Questo gli crea una grande confusione, facendoli comportare a volte come bambini molto piccoli, e altre come saggi adulti; peccato che non sono né uno né l'altro.
Durante questo periodo è molto difficile per i genitori gestire questa "crisi d'identità"; alcuni risultano più severi, tenendo i ragazzi fuori da alcune questioni (come fa Molly Weasley); altri li trattano da veri "amici"(come Sirius Balck).
Sirius ha vissuto quasi venti anni in esilio ad Azkaban e dopo essere scappato, non ha potuto recuperare la sua vita, i suoi amici, la sua famiglia. E' una persona bloccata nel passato, tanto che tratta Harry, il suo figlioccio, come se fosse James, il suo migliore amico. E' sempre lui a coinvolgere Harry, a non rendersi conto che è solo un ragazzo.
Sirius potrebbe essere considerato come un genitore "immaturo", in contrapposizione ad un genitore "protettivo" come Silente, che per proteggere Harry cerca di tenerlo lontano da sé. Queste due configurazioni appaiono entrambe disfunzionali: il genitore deve essere abbastanza vicino da poter capire il proprio figlio e spiegargli cosa accade, ma abbastanza lontano da mantenere i giusti confini tra ruoli.
In questo libro, l'autrice esplora anche diversi disturbi psichiatrici, tra cui il Disturbo Post Traumatico da Stress che vediamo, all'inizio, nel protagonista.
Harry, dopo la morte di Cedric e la comparsa di Voldemort, ha incubi, pensieri intrusivi, reazioni aggressive e spropositate, irritabilità, disturbi del sonno; tutti sintomi che possiamo trovare in persone che hanno subito un evento traumatico, come una guerra, un evento naturale catastrofico, un'aggressione, ecc.
Si parla anche di somatizzazione, tramite la metafora di Tonks che quando si arrabbia le cambiano i capelli, diventando rosso fuoco. Il nostro corpo spesso ci parla, esprime ciò che noi non riusciamo a tirare fuori con le parole.
Come negli altri libri troviamo un importante tema sociale anche in questo: la politica e la propaganda.
Quando Voldemort ritorna, il Ministero della Magia non crede che questo sia vero (o meglio, lo nega) e utilizza i giornali per "manipolare" le menti delle persone e modificare la realtà. Il governo inizia a controllare, non solo la stampa, ma anche la scuola e l'istruzione; entra dentro Hogwarts, cambia il programma scolastico, modifica i professori e gestisce tutto ciò che riguarda l'apprendimento. A volte i governi vogliono che le nuove generazioni non sappiano nulla, non sappiano difendersi, perchè così possono essere più controllabili. Voldemort lo sa bene e infatti agisce su queste persone con la paura: "La paura fa fare alla gente cose terribili".
Tornando al periodo adolescenziale, i ragazzi cominciano a mettere in discussione i genitori, e a volte possono rimanere molto delusi. Durante una seduta di Occlumanzia con Piton, Harry scopre che il padre, nella sua adolescenza ha bullizzato proprio Piton. Il ragazzo non riesce a crederci, perchè James viene sempre rappresentato come onesto, gentile, coraggioso. Nell'infanzia i genitori vengono idealizzati, come è giusto che sia, per poi essere ridimensionati proprio nell'adolescenza. "Tutti abbiamo sia luce che oscurità dentro di noi. Ciò che conta è da che parte scegliamo di agire. È questo quello che siamo".
Il libro affronta anche l'adolescenza senza genitori; sia Neville che Harry vivono questo periodo con più difficoltà, non avendo la possibilità di confrontarsi con le figure genitoriali, ma solo con altri punti di riferimento (Molly, Silente, Sirius). L'adolescenza è anche solitudine, incomprensione, e avvicinamento al mondo dei pari. I ragazzi credono che gli adulti siano troppo lontani, non presenti, e pensano di doversela cavare da soli, facendo ogni tanto degli sbagli.
La storia di Sirius ci spiega bene cosa vuol dire essere incompreso e non tutelato. Il padrino racconta che la madre lo cancellò dalla famiglia (bruciando il suo nome sull'albero genealogico - genogramma) perchè lui aveva altri valori, altre idee. Non c'è stata per Sirius la possibilità di comprensione e accettazione; si è scontrato con i genitori per uscirne fallito, sbagliato.
L'adolescenza è anche quel momento in cui si inizia a decidere il proprio futuro, e alcuni scoprono che forse questo futuro è al di là della scuola. Fred e George, infatti, decidono di non concludere gli studi e di aprire il loro negozio. Questo, però, avviene nel momento in cui è la scuola a non capire più loro, a non apprezzarli, a non stimolarli. Sicuramente sarebbe successo uguale, ma l'autrice evidenzia come la dispersione scolastica sia un fenomeno in crescita, spesso a causa di un'istruzione poco personalizzata, rigida e "antica".
La fine del libro vede di nuovo Harry confrontarsi con le figure genitoriali. Sirius muore, a causa di una "leggerezza" del ragazzo che si fa manipolare da Voldermort e dalla sua insistenza nel rimanere a combattere accanto al padrino. Harry questa volta vive la morte di un "genitore" in un'età altrettanto difficile. Nonostante questo non riesce ad usare la maledizione Cruciatus per tortura ed uccidere Bellatrix. E questo si ricollega alla conclusione del film, quando Silente dice ad Harry che "non conta quanto siete simili, ma quanto non lo siete". Sono sempre le differenze che fanno apprendimento, che creano evoluzione.
Di nuovo la contrapposizione tra due stili genitoriali: da una parte Sirius che ha fatto combattere Harry insieme a lui, con complicità e leggerezza; dall'altra Silente che obbliga Harry ad indietreggiare per proteggerlo, combattendo lui stesso contro Voldemort.
Silente sicuramente rappresenta un genitore sufficientemente buono, un terapeuta che, lungi dalla perfezione, riesce comunque ad essere specchio e rispecchiamento per il ragazzo adolescente.
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